A Foggia per la marcia dei berretti rossi si ferma la raccolta nei campi

La Stampa

L’adesione allo sciopero è stata del 100%. C’è stato un minuto di silenzio per commemorare i morti

«Vivi, vivi, vivi. Civiltà». E ancora «Schiavi mai. Basta morti sul lavoro». Aboubakar Soumahoro, del coordinamento lavoratori agricoli Usb lo aveva annunciato con le lacrime agli occhi «lo sciopero dei berretti rossi». «Nessuno andrà a lavorare», aveva detto l’attivista sindacale. Oggi lo hanno ascoltato e seguito tutti i lavoratori immigrati che ogni giorno, si spaccano la schiena per pochi euro nei campi intorno al ghetto di Rignano, nel comune di San Severo, cuore della protesta.  enire in Italia a lavorare e che qui prima sono stati trattati come animali e poi sono morti. Oggi ognuno di voi parli alle proprie famiglie di tutto questo. Questi 16 morti ci parlano ogni minuto e ci dicono basta, basta, basta”, dice un altro immigrato intervenuto alla manifestazione. E aggiunge: “Non sono incidenti, sono omicidi. Siamo davvero stanchi di chi incita all’odio e addita chi come noi accusa, di buonismo”.

 Torna d’attualità nell’agenda politica nazionale, il lavoro nero, il caporalato, lo sfruttamento degli immigrati. «Il fatto di Foggia non significa che mancano i flussi. Anzi, significa che dobbiamo lavorare contro il lavoro nero», dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi. «Noi dobbiamo regolamentare il fenomeno migratorio su base strutturale, di concerto con tutti i Paesi europei. Il Trattato di Dublino era insufficiente, la gestione era legata al solo paese di approdo. Invece oggi tutti i Paesi occidentali europei devono affrontare il tema con regolamentazione e gestione dei flussi europei», aggiunge.

 Il ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio, invece, punta il dito contro gli imprenditori. «Direi che c’è poca applicazione – riferendosi alla legge sul caporalato – da parte delle aziende e poca iniziativa nel farla rispettare. «Secondo me – spiega – hanno una responsabilità. Nel Foggiano, ad esempio, su 31 mila aziende solo 7 mila aderiscono al Rea, che e’ il registro delle aziende agricole che hanno sottoscritto la legge sul caporalato. Perchè tutte le altre non lo fanno? Perchè la legge non va bene? Perchè si servono del caporalato?». 

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