Corriere della Sera

 

In aula il 5 aprile. Ingannò due ragazze convincendole a prostituirsi

Con un castello di bugie, ingannò due giovani ragazze (a cui aveva promesso l’ingresso nel mondo della moda) convincendole a prostituirsi e a farsi consegnare tutti i soldi che avevano, fino anche a 400 euro al giorno. Ora è arrivata l’ora del processo per «Jack Onion» (come amava farsi chiamare su Facebook), all’anagrafe Giacomo Cipollone, il finto agente di modelle milanese di 43 anni arrestato nel luglio scorso dalla Squadra mobile della Questura di Bologna milanese con le gravi accuse di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, produzione e commercio di materiale pornografico e anche violenza sessuale, perchè avrebbe costretto la più giovane delle due vittime (all’epoca dei fatti minorenne) ad avere con lui un rapporto sessuale. Ieri si è svolta l’udienza preliminare e Cipollone è stato rinviato a giudizio dal gup Bruno Giangiacomo: l’accusa (pm Laura Sola) era pronta a fare il rito abbreviato, preannunciato dalla difesa, ma l’imputato all’ultimo momento ha cambiato idea e ha preferito affrontare il processo ordinario, che inizierá il 5 aprile davanti al Tribunale collegiale. Contro Cipollone, che oltre a millantare agganci nel mondo della moda fingeva di chiamarsi Marco Rizzoli e di essere il presidente della nota casa editrice (quando di fatto era uno spiantato e stava al dormitorio) gli inquirenti hanno prove schiaccianti: oltre ai tabulati telefonici, ci sono le testimonianze delle ragazze (che fecero denuncia) e anche quelle dei clienti che le pagavano per fare sesso. Diversi di loro, infatti, si scoprì durante le indagini, erano stati conquistati anche sentimentalmente dalle due giovani bolognesi (che oggi hanno 18 e 23 anni) e più volte le avevano esortate a denunciare quello che subivano. Lo ripeteranno in aula davanti ai giudici.

I fatti oggetto del processo partono dalla primavera del 2010, ma le denunce delle ragazze (entrambe invaghite dell’uomo e quindi soggiogate psicologicamente ai suoi ricatti) sono arrivate solo nel maggio scorso, quando la più grande delle due ragazze ha trovato il coraggio di raccontare tutto ad un amico poliziotto. L’indagine della Polizia partì a spron battuto e le manette per Cipollone scattarono il 13 luglio, sulla base di un decreto di fermo firmato dal pm Sola. Nel 2010 la minorenne, che allora aveva solo 16 anni, ha conosciuto Marco Rizzoli a Milano, ad una sfilata di moda, dove la ragazzina era andata con la madre. All’altra ragazza, invece, che aveva 21 anni e aspirava a fare la modella, lo aveva presentato un’amica minorenne, anche lei imbattutasi in lui negli ambienti delle sfilate milanesi, dove Cipollone si imbucava millantando chissá quali conoscenze. Quest’uomo senza scrupoli (che giustificava l’esigenza di denaro sostenendo di avere un mucchio di soldi bloccati in un conto in Svizzera), nel giro di due anni, ha fatto invaghire di lui le due ragazze (con la più grande la storia è durata molti mesi) e le ha convinte a posare per scatti osè (in mano alla Polizia), in un caso a fare un filmino hard, ma anche a prostituirsi. I clienti (quelli che ora testimonieranno contro di lui) erano suoi conoscenti, ma anche persone trovate tramite annunci su internet, nei soliti siti per incontri sessuali, dove le ragazze erano presentate come «vere emiliane», «di altissimo livello» e «giovanissime». Alle due vittime, Cipollone aveva promesso un futuro nel mondo della moda e guadagni fino a 10.000 euro a ‘incontrò: tutte bugie, le ragazze erano pagate 200-300 euro a rapporto e incontravano i clienti due-tre volte alla settimana in hotel o a casa loro.

L’uomo, poi, si faceva consegnare dalla ragazze tutto il denaro che potevano, soldi che poi finiva in fretta sperperandoli al videopoker. Se la ragazza maggiorenne viveva giá da sola (aveva avuto problemi con la famiglia e aveva la fissa della moda), la minorenne durante i due anni del ‘tunnel’ ha continuato a frequentare la scuola e a Cipollone consegnava tutte le sue paghette. Una situazione che aveva insospettito molto la sua famiglia (i genitori sono professionisti benestanti), da cui un giorno partì una chiamata alla Polizia. Cipollone venne controllato dagli agenti sotto casa della giovane e disse di essere un amico della giovane. Di lì a poco, poi, anche grazie all’aiuto della famiglia, la ragazzina riuscì a chiudere i rapporti col 43enne. L’altra ragazza, invece, verso cui Cipollone era diventato anche aggressivo, una volta saputo che aveva intenzione di lasciarlo, è stata quella che ha aiutato la Polizia a incastrarlo ed ad arrestarlo. Prima si è confidata con una poliziotto che frequentava il suo gruppo di amici, poi ha aiutato gli uomini della Squadra mobile a seguire Cipollone nei suoi spostamenti. La Polizia lo ha trovato al dormitorio per senza fissa dimora di via Sabatucci, dove Jack Onion si era rifugiato dopo essere stato piantato in asso definitivamente da entrambe le ragazze.

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