La Nuova Sardegna

 

SASSARI. «È importante spiegare che la riduzione in schiavitù e la tratta di esseri umani riguardano persone vendute in stato di soggezione, che l’esercizio della prostituzione non avviene in condizione di libertà, ma di totale assoggettamento. Non bisogna pensare alle catene, ma alla perdita di un valore che è al primo posto: quello della dignità umana». È stata una premessa giuridica quella fatta dal procuratore aggiunto di Cagliari, Gilberto Ganassi che ieri ha iniziato la requisitoria al processo per riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani. Venticinque imputati, quasi tutti nigeriani, sono accusati di aver soggiogato connazionali portate in Italia e costrette a riscattarsi prostituendosi. «È vero – ha premesso il pm – che sapevano di doversi prostituire, ma su di loro esercitavano un diritto di proprietà: le compravano e le vendevano», ha sintetizzato il pm, che a inizio requisitoria ha ringraziato gli agenti di Polizia che hanno curato l’inchiesta «per la dedizione ammirevole a questa indagine». Imputato per aver elaborato le richieste di asilo politico per il presunto capo dell’associazione a delinquere anche l’avvocato Giuseppe Onorato, presente in aula tra i difensori Franco Luigi Satta e Gabriele Satta. «La sua collaborazione deriva dalla strumentalizzazione illecita della sua attività», ha detto il pm. Che continuerà la ricostruzione all’udienza davanti alla Corte d’assise il 27 maggio.

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