IL TEMPO

di Alessia Marconi

La tratta delle cinesi grazie a italiani disposti alle nozze

TERAMO Prima erano le nigeriane, che arrivavano in Italia dopo essere stata sottoposte a riti woodo e gettate in strada dove venivano costrette a prostituirsi. Oggi sono le cinesi, che arrivano in Italia dopo aver celebrato, in Cina, un matrimonio con un italiano. Peccato che quelle nozze durino giusto il tempo della cerimonia e servano solo per far arrivare le ragazze in Italia, dove si separeranno dai mariti per andarsi a prostituire in appartamenti sparsi lungo la costa teramana. Almeno secondo la Procura di Teramo, che ieri pomeriggio al termine del processo con rito abbreviato ha ottenuto per Wolfango Mariani, 65 anni, di Roma, la condanna a 5 anni e 4 mesi per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Condanna emessa dal gup Domenico Canosa dopo una camera di consiglio di alcune ore. L’uomo, secondo l’accusa, sarebbe stato infatti a capo di un’organizzazione criminale che si occupava di contattare le donne in Cina, trovare italiani pronti a sposarle dietro compenso per farle arrivare in Italia, e metterle nelle condizioni, una volta entrate nel nostro paese, di esercitare la prostituzione in appartamenti della costa teramana indicati proprio da Mariani. Il caso era scoppiato lo scorso marzo quando Mariani era stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Stefano Giovagnoni e firmata dal gip Giovanni De Renzis. Un arresto arrivato al termine di un’attività di indagine durata diversi mesi, nel corso della quale gli agenti della squadra mobile, coordinati dal vicequestore Gennaro Capasso, avrebbero portato alla luce una vera e propria tratta di giovani cinesi. Cinesi che avrebbero sborsato circa 10mila euro a persona per contrarre quei finti matrimoni ed arrivare così in Italia, dove venivano successivamente avviate alla prostituzione con la loro attività pubblicizzata sulle pagine dei periodi specializzati con tanto di foto e recapiti telefonici. Un sistema che per l’accusa era gestito soprattutto da Wolfando Mariani, che si sarebbe anche occupato di documentare lo stato di convivenza necessario per l’ottenimento da parte delle cinesi del permesso di soggiorno per motivi familiari. Insieme a Mariani furono indagate anche altre 11 persone, tra cui la moglie, anche lei cinese, la cui situazione è ancora in via di definizione. Mariani, difeso dall’avvocato Felice Franchi, aveva invece chiesto ed ottenuto il processo con rito abbreviato.

 

 

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