Finito l’arruolamento nelle piazze, il caporalato 2.0 sfugge ai controlli
Il caporalato, nel mondo dell’edilizia, a Milano e dintorni, esiste ancora. Solo che è sommerso, come un fiume carsico, e corre sulle linee di telefoni e chat
di Fabrizio Lucidi
Milano, 28 agosto 2015 – Dimenticate i manovali clandestini in attesa, zaino in spalla, alle 5 del mattino, in piazzale Lotto, piazzale Loreto o Maciachini, in attesa che il caporale li arruoli su due piedi e li faccia salire sul furgone per portarli al cantiere. È ormai “archeologia” del lavoro in nero, un sistema vecchio seppellito dalle nuove forme di reclutamento basate sulla tecnologia e con molte più possibilità di sfuggire ai controlli. Perché il caporalato, nel mondo dell’edilizia, a Milano e dintorni, esiste ancora. Solo che è sommerso, come un fiume carsico, e corre sulle linee di telefoni e chat. …leggi
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