“I mercanti fanno arrivare le nigeriane anche con i barconi dei profughi”

Attualità

La Repubblica

ILRACCONTO

ORIANA LISO

DIECI anni fa, quando si parlava di tratta e di schiavitù, si parlava solo di donne. «Giovani prostitute dell’Albania, dell’Est Europa e del Nord Africa: tutte terrorizzate delle vendette che i loro sfruttatori avrebbero potuto compiere sui figli rimasti nei Paesi di origine. O, come nel caso delle nigeriane, soggiogate dalle maman, convinte che se avessero provato a ribellarsi sarebbe arrivato un rito woodoo a punirle».

Miriam Pasqui è la responsabile della Casa dei diritti di via De Amicis: da anni vede sfilare le storie di violenza, sopraffazione, sfruttamento. E può raccontare cosa è cambiato, nella geografia della tratta. Accanto alle ragazze costrette a prostituirsi sono arrivati gli uomini: gli anziani e i disabili dell’Est costretti all’accattonaggio, portati in Italia dalle organizzazioni proprio per questo scopo; i primi transessuali, anche loro finiti nei giri della prostituzione; i giovani africani, usati per lo spaccio e i piccoli furti a suon di botte e sempre con la minaccia del debito da saldare, quella somma per loro enorme “anticipata” per il viaggio sui barconi. «Sui barconi, adesso, fanno arrivare anche le prostitute nigeriane: le sfruttano sessualmente durante il viaggio e cercano di confonderle tra i profughi: se arrivano vive, hanno già un destino segnato nelle nostre città», spiega Pasqui, che lavora a stretto contatto con Tiziana Bianchini, la responsabile dell’area immigrazione della Cooperativa lotta contro l’emarginazione….leggi

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