Il Mattino

di Tonia Limatola

GIUGLIANO – I campi rom della vergogna, tra degrado e povertà. «La prostituzione è un fenomeno in crescita anche in quelle sacche di marginalità in cui finora ci si dedicava ad altre attività, come l’elemosina, per sopravvivere». Lo dice Andrea Morniroli, operatore sociale di Dedalus, autore di un saggio sulla prostituzione ed assessore alle politiche sociali del Comune di Giugliano fino al 2008. Secondo lui, ora la vendita del corpo dei bambini diventerebbe uno strumento per uscire fuori dall’indigenza anche nei campi rom. Lo sgombero dalla zona Asi di Giugliano nel 2011 ha dato il via a un esodo forzato lungo la circumvallazione esterna che ha finito col peggiorare le condizioni di vita della comunità rom.

«Più aumentano i disagi e la precarietà, maggiori sono le possibilità di delinquere. Per i rom rumeni maschi è normale prostituirsi, se si tratta di slavi invece, la situazione si fa allarmante perchè si inquadra in un contesto di pedofilia. E che siano le madri a favorirla, lo è ancora di più», dice Morniroli. Racconta, poi, che in alcuni contesti sociali il circuito di pedofilia si attiva quando i minori vengono abusati prima tra le mura domestiche, per esempio, dagli zii, e poi vengono «prestati» a persone estranee alla famiglia in cambio di denaro. Per il campo rom di Giugliano il fenomeno sembrerebbe del tutto nuovo.

«I rom rumeni si prostituiscono da anni e da qualche tempo incoraggiano anche mogli e sorelle. Bisogna tenere conto che i minori rom si emancipano molto prima dei nostri ragazzi: a 16 anni sono già sposati e padri. Sono abituati a gestire il loro corpo autonomamente, in un rapporto alla pari con i clienti».

«Con la crisi economica, nelle sacche di marginalità e disperazione, la prostituzione sta diventando uno strumento per fuoriuscire da condizioni di povertà e garantirsi la sopravvivenza e coinvolge persone che finora non avrebbero mai pensato di battere», precisa Morniroli. Nella sua esperienza di operatore sociale per Dedalus, di notte viaggia a bordo dei camper che monitorano le condizioni di salute di trans e prostitute, sostenendo le donne schiave nella denuncia dei loro protettori. E racconta di aver visto anche ex operai in strada, che preferiscono vendersi piuttosto che andare a rubare. «Tra i maschi sta diventando un fenomeno molto diffuso. In strada o attraverso appuntamenti collezionati lasciando in giro il proprio numero di cellulare, hanno creato ormai un giro di clienti fissi».

Addirittura ora ci si prostituisce in coppia. «Non è raro che il marito accompagni la moglie sul marciapiede prima di spostarsi in un’altra zona». Resta sconvolto alla notizia, padre Alex Zanotelli, in prima linea nella battaglia per assicurare condizioni di vita più dignitose alle famiglie che vivono accampate lungo la Circumvallazione esterna e in un’area a ridosso della discarica di Masseria del pozzo. Condizioni terribili che sono state documentate anche per una denuncia che il Comitato per i rom ha presentato all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) proprio pochi giorni fa. In primo luogo, si denuncia la mancata scolarizzazione. «Se una bimba rom si prostituisce – insiste Zanotelli – è una notizia che mi colpisce per la drammaticità in sè e per la novità del fenomeno, ma non mi sorprende considerando il livello di disperazione che vive il campo di Giugliano. È la diretta conseguenza di una situazione di degrado e povertà crescente».

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