La morte di tre “schiavi del pomodoro”
La Repubblica
Foggia – Tornavano alle casupole in cui da settimane avevano trovato rifugio, dopo essersi spezzati la schiena a raccogliere pomodori. Otto braccianti africani viaggiavano stipati su un furgone che, sulla provinciale 105 nei pressi di Castelluccio dei Sauri, si è scontrato con un Tir. Quattro di loro sono morti, tre lavoratori e il conducente, con tutta probabilità il caporale, che li stava riportando alle baracche di Stornara. Addosso non avevano documenti, difficile per gli investigatori capire se fossero irregolari o se i passaporti fossero stati presi in consegna da chi li aveva arruolati, come spesso accade nelle campagne pugliesi. In Capitanata, dove si produce il 30% del pomodoro da conserva italiano, sono 25 mila gli stranieri impiegati nella raccolta (su 50 mila lavoratori) e altrettanti quelli che vivono in case diroccate, tendopoli e ghetti come quello di Borgo Mezzanone, accanto al Cara di Foggia, e di Rignano Garganico.
Categorie
Ultimi articoli
- Seminario Formativo “Donne migranti tra sfruttamento e vulnerabilità multiple. Quali strumenti di protezione nella prospettiva dei diritti umani” – febbraio/aprile 2021
- Webinar: “Cults nigeriani e il loro ruolo all’interno della tratta di esseri umani” – 28 gennaio 2021
- Webinar: Incontro con Mariska Majoor – 21 gennaio 2021
- Webinar del 17 dicembre 2020 e 14 gennaio 2021