La Repubblica

ROMINA MARCECA

L’ ULTIMO centro massaggi a luci rosse è quello chiuso dai carabinieri in via Mariano D’ Amelio, proprio di fronte alla casa dove abitava la madre del giudice Paolo Borsellino. Donne cinesi e avvenenti che incassavano un extra tra 40 e 80 euro per fare sesso, oltre alle prestazioni elencate nella lista “ufficiale” affissa alle vetrate dell’ istituto di bellezza. Tre cinesi sono state denunciate. La maîtresse per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, le due impiegate solo per favoreggiamento. È proprio questo il nuovo business giallo. In città il sesso con le donne cinesi riscuote da un paio d’ anni molto successo. Ne sia prova vero che sono 30 i centri massaggi orientali che si contano soprattutto nella zona dello stadio e di San Lorenzo, aperti dal 2011. Da marzo ne sono stati chiusi quattro, tutti dai carabinieri, che li tengono sott’ occhio. Quasi settemila gli euro in contanti sequestrati. E se fino a oggi nessuna delle donne che si prostituiva aveva parlato con gli investigatori, rispettando il silenzio, una svolta c’ è stata proprio nell’ ultima indagine sul sesso a pagamento:a indicare il centro di via D’ Amelio è stata una delle due massaggiatrici. La “pentita” ha raccontato che da un mese era costretta a prostituirsi. «L’ ho fatto per necessità, ma adesso non ce la faccio più. Sono arrivata a Palermo dal Nord Italia rispondendo a un annuncio in cui si offriva il lavoro di massaggiatrice su Internet e mai avrei pensato di finire così», ha raccontato ai militari. Lo stipendio base per ogni “massaggiatrice” va dagli 800 ai 1.500 euro. In periodi di crisi è uno stipendio che in poche si lasciano sfuggire, confortate anche dalle condizioni di pulizia che sono diverse da quelle della strada. E poi la clientela ai centri massaggi è di tutto rispetto. Molti arrivano per sfogarsi dei loro problemi economici e familiari. Avvocati, impiegati, medici, qualche muratore e pochi disoccupati. Sono proprio i clienti ad ammettere che «le cinesi sono tutta un’ altra cosa». «L’ ho saputo in palestra che molti di questi centri sono in realtà delle case a luci rosse – ha raccontato un libero professionista ai carabinieri – e devo dire che queste donne ci sanno proprio fare. Io ho deciso di provare perché per adesso i miei affari vanno male, mi sento frustrato. Le cinesi prima iniziano con un massaggio rilassante senza arrivare alle parti intime e poi, se si vuole, con un pagamento extra, arrivano fin lì. Tu rimani disteso sul lettino, fino a quando ti fanno spostare in una vasca da bagno e ti lavano loro». Da marzo i locali chiusi sono stati quelli di via Ugo La Malfa, via Di Marco, via Emilia e in via D’ Amelio. «Le parti della città preferite per aprire i centri massaggi sono quelle residenziali – spiegano gli investigatori-e da qualche giorno ci è arrivata anche la segnalazione di altri due centri sospetti nel cuore del salotto cittadino». Le indagini sono in corso. Ma come si fa a riconoscere che un centro massaggi cela in realtà una casa di appuntamenti? È semplice. Se resta aperto fino a tarda sera, come gli ultimi scoperti dai carabinieri, e se il viavai della clientela è solo maschile. «Quelle donne cinesi uscivano la sera dal centro massaggi con vistose scollature e minigonne vertiginose. Una di loro aveva preso casa proprio nel mio palazzo», racconta una residente di via D’ Amelio.

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