Padroni cinesi, operai italiani: laboratorio chiuso per lavoro nero
Blitz dei carabinieri in una azienda di Artogne, denunciata la titolare: gli operai, anche bresciani, erano tutti in nero, senza alcun contratto
Ad ogni postazione la sua Singer industriale. E poi lo «stendino», le spolette, il cestino di plastica trasparente per gli scampoli di scarto, il neon, un carrello per impilare centinaia di pantaloni bianchi appena «confezionati». Senza autorizzazione, però. All’occorrenza, una bottiglia di acqua naturale e di the freddo.
Sede legale a Prato, laboratorio operativo in Valcamonica, ad Artogne: a tirare le fila della fabbrica tessile abusiva una cinese di 52 anni. Ma sorpresa nella sorpresa, per lei, in quel capannone allestito tra le montagne, ci lavoravano anche sette operai bresciani.…leggi
Search
Categories
Recent Posts
Tag Cloud
12
accattonaggio
agricoltura
Campania
caporalato
carabinieri
Cassazione
centro massaggi
cinesi
Convegno
Corriere della Sera
Emilia Romagna
Giurisprudenza nazionale
Il Mattino
Il Messaggero
indoor
Italia
La Repubblica
La Stampa
Lazio
Lombardia
minore
minori
Nigeria
Normativa Paesi UE
Normativa Regionale
Piemonte
polizia
Prevenzione
prostituzione
Puglia
Repressione
Roma
romeni
schiavitù
sentenza
sfruttamento
sfruttamento lavorativo.
Sicilia
Toscana
tratta
tratta di esseri umani
tratta esseri umani
Tutela
Veneto