corriere della sera

M. Rod.

Il caso nasce negli ultimi giorni di un luglio torrido, sette anni fa. Cioè quando il titolare di un rinomato bar del centro storico, il «Margherita», viene arrestato per violenza sessuale su una 16enne. Un’accusa infamante dalla quale verrà assolto, nel novembre 2007: dal processo in primo grado uscirà con una condanna a sei anni per una serie di episodi di spaccio e per prostituzione minorile. Da lì lo sviluppo delle indagini porta però a intercettare un giro più ampio, che mette alle strette i clienti, di quelle ragazzine. Per lo più minorenni, procurate da altre ragazze, insieme alla droga, e in taxi, con la cocaina nascosta negli ovetti di cioccolata. Al servizio del barista – per l’accusa – ma non solo. Davanti alla corte d’assise d’appello (presidente Enrico Fischetti) sette anni dopo sono comparsi alcuni di questi clienti (assistiti dagli avvocati Alessandro Mainardi, Gianfranco Bertussi e Andrea Pezzangora), tutti a piede libero, già condannati in primo grado: a chiamarli in causa sono state proprio loro, le ragazzine, nei racconti agli inquirenti. Tre le condanne confermate in secondo grado, per qualcuno con uno sconto di pena. Come per G.L, uscito dal primo grado con 12 anni e 10 mesi (oltre a una multa di 23mila euro) per aver avuto rapporti sessuali con minori di 16 anni, per favoreggiamento della prostituzione nei confronti di una ragazzina, e per violenza sessuale: una aveva meno di 14 anni. In appello la condanna è stata ridotta a 8 anni e 10 mesi. Stesse accuse per G.A. (tranne la violenza) a cui si aggiunge lo spaccio di droga: per lui la pena è passata da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 10 mesi. Invariata, invece, la condanna per V.M.V., ragazza nomade, maggiorenne: 2 anni e 3 mesi in primo e secondo grado (più 5mila euro di multa) per spaccio di droga. Reato, questo, costato un anno anche a un altro imputato in primo grado. Altri, invece, hanno scelto il rito abbreviato o il patteggiamento.

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