Sfruttamento, caporalato, salari irrisori: quando l’agricoltura mostra il suo lato oscuro

Attualità

La Stampa

L’agricoltura italiana ha fatto grandi progressi, ma molte indagini dimostrano che c’è ancora moltissimo da fare perché oltre ad essere sostenibile ambientalmente, la produzione agricola lo sia anche dal punto di vista sociale

ELENA RISI

Il settore agricolo italiano e la domanda da parte degli acquirenti sta attraversando una fase di cambiamento. Secondo i dati Coldiretti, presentati a Expo lo scorso maggio e raccolti nel V rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, i bisogni dei consumatori relativamente al cibo hanno subito una netta trasformazione rispetto al passato. Si registra infatti che la maggior parte degli italiani preferisce prodotti freschi piuttosto che trasformati o industriali e opterebbe per l’acquisto direttamente in fattoria, inoltre ben il 73% del campione non si fida degli OGM e vorrebbe che venissero chiaramente indicati nelle etichette. Anche nella scelta dei piatti al ristorante gli italiani hanno le idee chiare e il 90% degli intervistati apprezza che il menù indichi la presenza di prodotti a chilometro zero. Questi e molti altri dati raccolti nel rapporto segnalano che la gran parte degli acquirenti di prodotti alimentari non percepisce più l’agricoltura solo come mezzo di produzione ma piuttosto come approccio nuovo alla salute e al benessere, ai concetti di ecosostenibilità e “chilometro zero” in alternativa al mercato globale, tanto che persino tra i cosmetici la scelta ricade su prodotti derivati da agricoltura biologica. Proprio in questo settore l’Italia spicca per il numero di aziende, 44 mila, aggiudicandosi il primo posto in Europa.  …leggi

Menu