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Mentre l’Europa è alle prese con l’emergenza causata dai migranti in fuga dal Medio Oriente e dall’Africa, il traffico di esseri umani rimane un problema all’ordine del giorno. Qualche settimana fa le autorità malesi hanno trovato l’ennesima fossa comune al confine con la Thailandia. Ancora in troppi Paesi il problema dei migranti s’intreccia con quello della prevaricazione e dello sfruttamento a danno dei più deboli. È una caratteristica intrinseca dell’odierno sistema globale o semplicemente la storia continua a ripetersi?

PREMESSE: TRAFFICO DI ESSERI UMANI E SCHIAVITÙ – Il traffico di esseri umani è vecchio come il mondo, così come la schiavitù. Senza scomodare gli antichi greci e romani, ricordiamo che la tratta degli schiavi africani verso le Americhe fu una colonna portante dell’espansione del capitalismo globale. Lo stesso fenomeno era largamente diffuso da secoli in tutte le parti del mondo. Dalle fonti risulta chiaro che fino all’inizio del ventesimo secolo una larga parte della popolazione mondiale viveva in condizioni di schiavitù o simili. In Asia mercanti arabi, europei e cinesi disseminarono migliaia di migrantiprovenienti dalle sovrappopolate campagne cinesi e indiane, prima in Sud-est asiatico (a partire dal Cinquecento) per lavorare in piantagioni e miniere e poi in America (nell’Ottocento), come manodopera per la costruzione di grandi infrastrutture.
Tradizionalmente, dunque, il commercio di umani è stato legato allo sfruttamento della forza lavoro. …leggi

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