La Repubblica

OTTAVIA GIUSTETTI

LO SCIVOLONE a fine carriera di un insospettabile docente del Politecnico sensibile ai buoni affari illegali in Estremo Oriente getta discredito sull’ ateneo e lascia di sasso i colleghi professori di Ingegneria gestionale che lo considerano un vero insospettabile. E invece è proprio lui, 72 anni, ancora un incarico di docenza a contratto dopo la pensione, a essere accusato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in concorso con tre sorelle cinesi tenutarie di due centri massaggi implicati in un giro hard. Nel mirino degli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Torino il centro benessere Giada di Moncalieri e il centro benessere Nirvana di Torino, frequentati assiduamente da almeno duecento clienti a settimana «in trasferta» da numerose città della regione, tutti interessati a «consumare» rapporti sessuali a pagamento. Le indagini sono partite proprio dall’ esame dei conti di Augusto De Filippi, il professore, una volta individuati sospetti movimenti di denaro verso la Cina: dalle transazioni bancarie è risultato infatti alla Guardia di finanza che l’ uomo aveva eseguito in un breve arco di tempo bonifici per cifre di diverse centinaia di migliaia di euro a favore di soggetti di nazionalità cinese collegati ai centri massaggi, già noti per essere stati arrestati in passato per sfruttamento della prostituzione. Questi indizi e una partecipazione in un centro benessere ha insospettito i finanzieri che, grazie ad appostamenti e alle testimonianze di clienti, hanno verificato che i clienti «consumazione» davvero rapporti sessuali a pagamento. Nell’ organizzazione il professore si occupava della pubblicazione di ammiccanti annunci a sfondo erotico su alcuni siti Internet per adulti, dedicandosi a selezionare le fotografie di ragazze in atteggiamento ammiccante. Le tre sorelle cinesi, invece, lavoravano a tempo pieno nei locali commerciali, rispondendo al telefono e riscuotendo il denaro alla cassa. Il costo di una prestazione variava dai 50 ai 150 euro, a seconda della tipologia di «massaggio». Gli inquirenti hanno ricostruito, al momento, un volume d’ affari illecito pari ad almeno 500 mila euro l’ anno, per il quale sono in corso ulteriori accertamenti, anche al fine di ricostruire i flussi di denaro e le eventuali operazioni di riciclaggio di quei proventi.

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